Alimentazione e disturbi emotivi

alimentazione e stati emotivi

Il rapporto tra alimentazione e disturbi emotivi è al tempo stesso drammatico  – per certi versi –  e affascinante per altri. Drammatico perché spesso si finisce con il creare dipendenze dal cibo, che viene usato come strumento di consolazione ad azione ansiolitica e antidepressiva. Tuttavia il problemi connessi a una alimentazione sbagliata sono sotto gli occhi di tutti: tendenza al sovrappeso, dislipidemia, maggiore predisposizione al diabete di tipo 2, abbuffate notturne… Tutte cose che l’ansioso conosce bene e che generano disagio, senso di colpa e disistima.

Un capitolo vastissimo

Per questo abbiamo voluto oggi iniziare a parlare di questo tema, in maniera non necessariamente esaustiva (e come potrebbe? Quello tra cibo e disturbi emotivi rappresenta un capitolo vastissimo che non si può certo liquidare in un solo video) ma, per lo meno, per introdurre la questione e ricordare a tutti che il cibo può insieme essere problema e soluzione, in relazione ai disturbi emotivi.

La connessione tra alimentazione e disturbi emotivi

Abbiamo iniziato a trattare questo tema con un volto che, sinceramente, mi auguro possa diventare familiare sul nostro canale: quello della professoressa Tiziana Stallone, che vorrò presto intervistare anche per altre tematiche correlate a nutrizione e disturbi emotivi (una su tutti è quella relativa all’influenza del microbiota intestinale su cervello, le emozioni e il disagio psicologico. Ma non solo). Di lei ho apprezzato entusiasmo e generosità nel voler regalare il suo sapere.

Notazioni autobiografiche sul tema

Personalmente avverto una stretta correlazione tra cibo e stati emotivi. Quando ero ragazzo e ansia e panico picchiavano durissimo, spesso dovevo scegliere se mangiare o avere una vita sociale, poiché  – come ben sa chi soffre di ansia e panico – le sensazioni fisiologiche legate anche alla digestione (leggero aumento della frequenza cardiaca, pesantezza di stomaco) sono quasi intollerabili per questo genere di pazienti.

Dunque la mia magrezza, ai tempi, era davvero accentuata (anche se non spettrale: il mio era un disturbo d’ansia e non un disturbo alimentare. C’è una differenza abissale tra le due cose e, infatti, io preferisco non occuparmi in questo canale di anoressia/bulimia/ortoressia e altre varianti. Che pure sono contigue ma toccano corde differenti).

Con il tempo il problema è diventato opposto: ho cercato nel cibo e negli alimenti che contengono principi attivi nervini una forma di autoterapia. E allora, pur essendo un ansioso, ho per anni abusato di caffè perché non agiva – in realtà – sullo stato d’animo. Ho fatto insane strafogate di dolci prima di andare a letto per saziare l’insaziabile. E mi sono trovato a pesare più di 80 chili che, per un ometto di 1.75 scarsi, è davvero troppo.

Spezzare la catena della dipendenza da cibo

Personalmente, senza volermi appropriare di contenuti che vorrei venissero presentati da esperti, ho migliorato la mia situazione attraverso una riduzione importante delle proteine animali, aumentando le leguminose, privilegiando le verdure e mangiando cereali integrali o semi integrali. Il perché questo mi faccia stare meglio anche psicologicamente, lo ignoro. Ma sarà bello chiederlo e capre se – al di là di tutto – si tratta di un suggerimento che può avere una validità più generale.

Forse è solo una mia idea, ma credo che cercare di non avere grossi sbalzi insulinici aiuti anche a stare meglio psicologicamente. Si riducono oscillazioni energetiche, i picchi di iperattività seguiti dalla prostrazione, il peso resta più costante e il senso di sazietà dura di più. Diminuisce il desiderio di dolci e quel bisogno di gratificazione attraverso il cibo.

Certo, non voglio spacciarmi per nutrizionista e quindi qui porto – come sempre – solo la mia esperienza individuale. Che verificherò con gli esperti per capire se sono regole valide (in senso generale) anche per altri.

Un pensiero su “Alimentazione e disturbi emotivi

  1. Eliana dice:

    Ho trovato interessantissimo l’ approccio della dottoressa , per me nuovo nei contenuti. La competenza è la risposta ad un tema così tanto banalizzato . Complimenti

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